Rosolina è un piccolo paese, un tempo prevalentemente di orticoltori, con un litorale sull’Adriatico tra la foce dell’Adige e il Po di Levante; una lunga penisola, Rosolina mare, e un’isola, coperta di radure e pioppi bianchi: Albarella.
Negli anni settanta Umberto si occupava del piano regolatore della zona e portava la moglie Alma e il figlio Luca, di quattro anni, all’albergo Capo Nord, il primo costruito nell’isola, sulla quale accorti investitori svizzeri avevano programmato uno sviluppo intelligente.
Si giungeva allora con il traghetto da Porto Caleri, e là era sorto il primo porticciolo. L’isola appariva come un paradiso, per la sua natura incontaminata. Il piano urbanistico prevedeva un inurbamento controllato (massimo duemila unità). Bello, troppo bello!
Alma, al secondo anno d’albergo, decise di comperare un terreno per farsi una casa: lo scelse nella zona più alta, con alti pioppi bianchi, un pioppo nero centenario, pini, siepi di olivello e biancospino. Era il 1973. La casa era già finita nel 1975.
Ora non si vede quasi più, annegata dal verde che la circonda. Anche se il bosco un po’ alla volta è stato mangiato dalle case, sempre più dense, si possono ancora incontrare daini, fagiani, lepri e scoiattoli!

Paolo Bandiera

L’abitazione sorge nell’isola di Albarella, in prossimità della foce del Po di Levante. Essa appare come un volume in calcestruzzo, intonacato e dipinto di bianco sui tamponamenti laterali, permeabile alla vegetazione che caratterizza il luogo attraverso l’esile frontiera tra interno ed esterno costituita da serramenti scorrevoli e brise soleil orientabili in legno.
Due setti paralleli, slittati reciprocamente lungo l’asse est-ovest, definiscono l’estensione trasversale -da nord a sud- della casa. Il primo, sul lato nord, costeggia al piano terra il percorso che dalla strada e dal parcheggio conduce all’ingresso, posto sull’angolo nord-ovest dell’edificio; il secondo, sul lato sud, accompagna la scala esterna che dal giardino dà accesso al piano superiore. A questo livello, i due setti coincidono con le pareti esterne dell?edificio, definendo in tal modo il volume dell’abitazione vera e propria, conclusa da una copertura a una sola larga falda discendente sul fronte est.
La struttura stessa dunque, completata da pochi tamponamenti in mattoni, articola internamente gli spazi abitativi. Al piano terra si trovano l’ingresso con gli ambiti di distribuzione, la scala a doppia rampa -contenuta in uno scultoreo volume emergente nella facciata ovest- che sale dall’interrato e conduce al primo piano, i servizi, la cucina e il pranzo, il soggiorno e l’angolo studio.
Al livello superiore vi sono tre camere, di estensione equivalente al passo modulare dei setti, mentre i servizi sono collocati alle estremità del corridoio di distribuzione, lungo il lato ovest dell’edificio. I pavimenti sono in ceramica blu al piano terra e moquette rossa al primo piano; le pareti sono in calcestruzzo faccia a vista, oppure rivestite in legno come i serramenti, in Douglas naturale.
La scala esterna sul fronte est conduce all’ampia terrazza del livello superiore che, oltre a consentire un accesso diretto alle camere, totalmente aperte verso il giardino, funge da protezione per la sottostante zona giorno. Diversamente dai fronti nord e sud, caratterizzati da una prevalenza di superfici piene, i prospetti est ed ovest sono giocati sulla contrapposizione di elementi orizzontali, alternativamente vuoti e pieni, e volumi verticali staccati dal corpo della casa, ora massicci, come il corpo scala ad ovest, ora più esili, come le alte canne fumarie del camino, sul fronte est, o della centrale termica interrata, a nord.

Fiorella Bulegato (in collaborazione con Laura Rigon)

L’abitazione sorge nell’isola di Albarella, in prossimità della foce del Po di Levante. Essa appare come un volume in calcestruzzo, intonacato e dipinto di bianco sui tamponamenti laterali, permeabile alla vegetazione che caratterizza il luogo attraverso l’esile frontiera tra interno ed esterno costituita da serramenti scorrevoli e brise soleil orientabili in legno.
Due setti paralleli, slittati reciprocamente lungo l’asse est-ovest, definiscono l’estensione trasversale -da nord a sud- della casa. Il primo, sul lato nord, costeggia al piano terra il percorso che dalla strada e dal parcheggio conduce all’ingresso, posto sull’angolo nord-ovest dell’edificio; il secondo, sul lato sud, accompagna la scala esterna che dal giardino dà accesso al piano superiore. A questo livello, i due setti coincidono con le pareti esterne dell?edificio, definendo in tal modo il volume dell’abitazione vera e propria, conclusa da una copertura a una sola larga falda discendente sul fronte est.
La struttura stessa dunque, completata da pochi tamponamenti in mattoni, articola internamente gli spazi abitativi. Al piano terra si trovano l’ingresso con gli ambiti di distribuzione, la scala a doppia rampa -contenuta in uno scultoreo volume emergente nella facciata ovest- che sale dall’interrato e conduce al primo piano, i servizi, la cucina e il pranzo, il soggiorno e l’angolo studio.
Al livello superiore vi sono tre camere, di estensione equivalente al passo modulare dei setti, mentre i servizi sono collocati alle estremità del corridoio di distribuzione, lungo il lato ovest dell’edificio. I pavimenti sono in ceramica blu al piano terra e moquette rossa al primo piano; le pareti sono in calcestruzzo faccia a vista, oppure rivestite in legno come i serramenti, in Douglas naturale.
La scala esterna sul fronte est conduce all’ampia terrazza del livello superiore che, oltre a consentire un accesso diretto alle camere, totalmente aperte verso il giardino, funge da protezione per la sottostante zona giorno. Diversamente dai fronti nord e sud, caratterizzati da una prevalenza di superfici piene, i prospetti est ed ovest sono giocati sulla contrapposizione di elementi orizzontali, alternativamente vuoti e pieni, e volumi verticali staccati dal corpo della casa, ora massicci, come il corpo scala ad ovest, ora più esili, come le alte canne fumarie del camino, sul fronte est, o della centrale termica interrata, a nord.

 

Fiorella Bulegato (in collaborazione con Laura Rigon)