Situato lungo la Postumia, il complesso delle Grafiche Vianello si sviluppa su un solo piano, arretrando nel lotto di pertinenza e immergendosi nel verde.
Il sistema degli ingressi -un primo all’area tecnica e amministrativa, sottolineato da un muro che accompagna il passaggio parzialmente coperto, un secondo allo stabilimento produttivo- razionalizza i percorsi e l’accesso alle diverse aree, configurandosi come un dispositivo a U che incorpora il corridoio di distribuzione interna degli uffici. Tale elemento di comunicazione, infatti, attraversa centralmente tutto il blocco e, con un piccolo scarto -a baionetta- in corrispondenza delle centrali termica e condizionamento, si ricongiunge all’esterno con gli spazi attigui all’entrata dello stabilimento.
La ricerca di un ambiente di lavoro qualificato muove -ed è caratterizzata- dal ruolo conferito agli spazi aperti e al rapporto tra questi e gli spazi interni: ampie vetrate, protette da portici profondi, si affacciano sul verde, elemento, quest’ultimo, distinto chiaramente dagli accessi e dagli ambiti di manovra dei mezzi meccanici e, quindi, mai accessorio né residuo, bensì progettato sin nei particolari e curato anche in seguito, come dimostrano i prati leggermente ondulati verso la strada, con le piante che scandiscono l’avvicendarsi delle stagioni attraverso le loro variazioni cromatiche.
Il complesso è concepito come due blocchi accostati ma indipendenti, separati e relazionati da un patio interno, baricentrico rispetto all’impianto: un ulteriore spazio verde interno, sul quale la tipografia si apre con una grande vetrata, attraversato dal piccolo pas-saggio che collega lo stabilimento all’area uffici.
La costruzione che accoglie gli uffici (amministrativi, direttivi e tecnici) si appoggia al corpo dello stabilimento, articolandosi tramite volumi avanzati -gli spazi che accolgono l’art direction, la mensa, l’archivio e i servizi- e arretrati -gli ambienti dell’amministrazione, direzione e sala riunioni- connessi dal percorso centrale di distribuzione, aperto sul giardino interno. L’ufficio disegnatori, ove si svolge un lavoro a stretto contatto con gli stabilimenti produttivi, sconfina significativamente nel parallelepipedo della fabbrica. Nel piano interrato trova posto la camera oscura. Questa parte dell’edificio è costruita in calcestruzzo gettato in casseri a tavole, lasciato a vista all’esterno e perlopiù anche all’interno, con l’eccezione di alcuni ambienti rivestiti di legno verniciato opaco, utilizzato anche nei pavimenti, a listoni, e nei serramenti, in douglas. I solai, in laterocemento intonacato, sono finiti in marmorino bianco.
Il fabbricato della tipografia è un lungo parallelepipedo a doppia altezza che accoglie, nella testata nord, alcuni servizi e magazzini. E’ costruito con prefabbricati tradizionali: struttura in cemento armato e solai con tegoli a pigreco, lucernari lineari a shed orientati a nord e schermabili con frangisole elettrici, pannelli di tamponamento coibentati in calcestruzzo lasciato a vista e tinteggiato in bianco. Il passo modulare dei pannelli spicca sulle facciate, ma calibrate forature a oblò ne interrompono il monotono disegno con il loro ritmo sincopato e asimmetrico, controllando cocì l’ingresso di luce e calore all’interno degli ambienti della fabbrica -del resto completamente climatizzati, nel rispetto delle esigenze degli addetti e della carta da stampa. Pareti e soffitti, tinteggiati di bianco, sono rigati dai casseri metallici del getto di calcestruzzo; il pavimento è anch’esso in calcestruzzo industriale rosso levigato.
Fiorella Bulegato (in collaborazione con Laura Rigon)